Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 26 settembre 2015 «Questa procedura mi appare ridondante. Partire con due percorsi separati, con due strutture diverse e pasticciate, fa prevedere tempi lunghi visto che lo Statuto all'art. 103 stabilisce che si arrivi alla proposta di un disegno di legge costituzionale che deve essere identico da parte dei due consigli provinciali e del consiglio regionale». Marco Boato, padre della riforma del 2001, non nasconde le sue perplessità sul percorso scelto dalle due Province per l'elaborazione di un testo di modifica organica dello Statuto, inglobando le norme di attuazione approvate nel corso degli anni, precisare le competenze delle due Province e soprattutto «aggiornare» il ruolo della Regione, tema quest'ultimo che resta tutt'oggi il più spinoso nei rapporti fra Trento e Bolzano. «Penso - sostiene Boato - che avrebbe potuto essere un percorso più celere ed efficace quello di dare vita a una commissione congiunta, con consiglieri di Trento e Bolzano, a livello regionale, che avrebbe potuto nominare dei consulenti con competenze specifiche, come costituzionalisti ed esperti della materia. La commissione avrebbe poi audito i rappresentanti sindacali o della società civile. Ma sentire cosa ne pensano è diverso dall'istituire una struttura dove sono i rappresentanti della Camera di commercio e i sindacati a proporre come modificare lo Statuto». La riforma dello Statuto di autonomia è anche il tema del dibattito che si terrà oggi pomeriggio alle 15 al palazzo della Regione, organizzato dalla Scuola Langer, con il costituzionalista Roberto Toniatti, il giurista Andrea Pradi e lo stesso Boato. Boato e Toniatti avevano fatto parte anche del gruppo di lavoro voluto nell'autunno dell'anno scorso dai due governatori, Ugo Rossi e Arno Kompatscher, per elaborare delle proposte di modifica dello Statuto per quanto riguarda le competenze, tenendo conto della riforma costituzionale in corso, ma anche più complessiva dell'assetto regionale. A febbraio il gruppo di lavoro, che era formato per il Trentino anche da Beppe Detomas, Luca Zeni, Lorenzo Dellai e per l'Alto Adige dai senatori Karl Zeller, Francesco Palermo, poi Christoph Perathoner, Esther Happacher e Giuseppe Volpe, aveva ultimato il suo compito ma, come dice Beppe Detomas : «Le nostre conclusioni sono state messe in freezer». Luca Zeni aggiunge: «Il punto sul ruolo di coordinamento della Regione era condiviso solo dai trentini». Il senatore Svp, Karl Zeller , aveva, per altro, subito dichiarato inutile lo sforzo del gruppo di lavoro per l'impossibilità di trovare spazio in Parlamento per l'approvazione di una riforma costituzionale di tale portata. E nel frattempo Zeller, d'intesa con Kompatscher e la Svp, aveva depositato un disegno di legge specifico che prevede solo il trasferimento della competenza sugli enti locali dalla Regione alle due Province.
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MARCO BOATO vedi anche: Incontro
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